Fiori

Mercoledì 27 marzo 2019 — San Ruperto

Quando ho iniziato a considerare i fiori come soggetti delle mie foto ho imparato ad apprezzare il mutare delle stagioni che ne regolano il ciclo di vita. Sebbene l'apoteosi della fioritura si collochi tra la primavera (in pianura) e l'inizio dell'estate (in montagna), le primizie possono comparire con grande anticipo, anche in pieno inverno. Per esempio, l'anno scorso ho fotografato la prima viola in Riviera poco dopo la metà di gennaio. Certo si tratta di eccezioni, che vanno cercate con grande attenzione in mezzo ai prati ancora prigionieri dell'aridità invernale. Ma già a febbraio non sono poche le specie rintracciabili vicino a casa mia, come le primule, la polmonaria, l'anemone epatico o il bucaneve.

Quest'anno una serie di circostanze mi hanno fatto saltare quasi tutte le escursioni tra gennaio e febbraio, impedendomi così di godere le prime specie. Marzo, invece, è stato propizio.

Sony α6000 + Zenit Helios 44-2 58mm ƒ/2 @ 58 mm, 1/125 sec @ ƒ/2, +1.70 EV, ISO 100

Campanette (Colchicum bulbocodium bulbocodium).

Nell'entroterra della Costa Azzurra, abbandonata la fascia costiera eccessivamente urbanizzata, ci si immerge in paesaggi prealpini selvaggi e primordiali. Quando già le temperature sono più che gradevoli nei ridenti paesini a pochi chilometri dal mare, l'inverno ha appena iniziato ad allentare la morsa sugli altipiani e i monti retrostanti. Sull'altipiano di Caussols le ultime chiazze di neve si sciolgono in pozzanghere fangose, mentre il suolo appare sterile, ricoperto di ciottoli calcarei, aghi di pino secchi e residui dei ciuffi d'erba della passata stagione, bruciata dal gelo. Ma, a ben cercare, si scoprono le prime avvisaglie di nuova vita, come il bulbocodio primaverile (Colchicum bulbocodium bulbocodium), che da quelle parti chiamano campanette. Due anni fa le avevo viste per la prima volta, proprio mentre si aprivano; quest'anno ho fatto bene i calcoli e sono riuscito a ritrovarle in uno stadio di fioritura più avanzato e più appariscente.

Sony α6000 + Meyer-Optik Görlitz Trioplan 100mm ƒ/2.8 @ 100 mm, 1/250 sec @ ƒ/4, +1.30 EV, ISO 100

Campanette (Colchicum bulbocodium bulbocodium).

Molto più vicino a casa si può trovare uno dei miei fiori preferiti, la scilla silvestre (Scilla bifolia). Ha una forma molto elegante, con le sue due foglie allungate che si aprono agilmente da cui sbuca lo stelo con i fiori. Purtroppo non è così facile trovarla — perlomeno io ho quache difficoltà — per cui alla fine mi dedico ad una sua cugina, la scilla della riviera (Hyacinthoides italica) che invece trovo a colpo sicuro sul Monte di Portofino. Il fiore è molto simile, dopotutto.

Sony α6000 + Nikkor 50mm ƒ/1.8D AF @ 50 mm, 1/100 sec @ ƒ/2.8, +0.70 EV, ISO 400

Scilla della riviera (Hyacinthoides italica).

È un po' più difficile da fotografare perché i fiori sono più raggruppati e bisogna bilanciare bene la composizione per tenerne solo uno o due a fuoco, con gli altri che gradatamente spariscono nello sfondo. Ma ci sono così tante piantine, molte oltretutto anche agevoli da raggiungere, senza la necessità di piegarsi sino a terra, che è abbastanza facile tornare da una breve escursione con degli scatti più che soddisfacenti.

Sony α6000 + Nikkor 50mm ƒ/1.8D AF @ 50 mm, 1/500 sec @ ƒ/2.8, +1.00 EV, ISO 400

Scilla della riviera (Hyacinthoides italica).

Ancora più vicino a casa, anche se bisogna salire molto in quota, una limitata area di sottobosco ospita una notevole fioritura di denti di cane (Erythronium dens-canis), una pianta appariscente e dal fiore piuttosto sofisticato. Non pochi esemplari sono facilmente accessibili, ma si trovano in zone dove la morfologia del terreno rende pressoché impossibile ottenere una buona separazione visiva.

Sony α6000 + Nikkor 50mm ƒ/1.8D AF @ 50 mm, 1/250 sec @ ƒ/5.6, +1.70 EV, ISO 400

Fiore di dente di cane (Erythronium dens-canis).

Con molta pazienza questa volta mi sono inoltrato nel sottobosco — operazione decisamente disagevole per il terreno scosceso e ricoperto di una grande quantità di rami secchi e ricci di castagno — alla ricerca di esemplari ben aperti, il più possibile isolati. Non è stato facile e mi è costato anche un po' di mal di schiena, ma ne è valsa la pena. Qualche scatto avrebbe potuto avvantaggiarsi di una messa a fuoco migliore.

Sony α6000 + Nikkor 50mm ƒ/1.8D AF @ 50 mm, 1/3200 sec @ ƒ/1.8, +1.30 EV, ISO 400

Fiore di dente di cane (Erythronium dens-canis).

Sony α6000 + Nikkor 50mm ƒ/1.8D AF @ 50 mm, 1/4000 sec @ ƒ/, +1.00 EV, ISO 400

Fiore di dente di cane (Erythronium dens-canis).

Ho usato varie ottiche per gli scatti di questi giorni: il Meyer-Optik Görlitz Trioplan 100mm ƒ/2.8, lo Zenit Helios 44-2 58mm ƒ/2 e il Nikkor AF-D 50 mm f/1.8, insieme ad un elicoide per aumentare il rapporto di magnificazione (tranne che per i denti di cane, che sono piuttosto grandi). L'obiettivo che mi sta dando le maggiori soddisfazioni floreali è proprio il Nikkor.

Altre foto sono disponibili nel diario: 1, 2 e 3.


As you can see, this post is in Italian and there is no English translation available. Starting from this year I have decided to write a good portion of my posts in my native language. I'd love to provide an English translation for each one, but at the moment I don't have the time.